mi posso licenziare se sono in malattia
ho un contratto a tempo determinato ma sono in malattia e voglio licenziarmi questa settimana posso farlo? Ma procediamo con ordine e vediamo quando si può licenziare il dipendente in malattia e tutto quello che c’è da sapere al riguardo. Come anticipato, il datore di lavoro intenzionato a licenziare un dipendente pigro, lento e poco produttivo dovrà dimostrarne lo scarso rendimento. Se il contratto è a tempo determinato, e la scadenza del termine si verifica durante la malattia, il lavoratore non ha bisogno di rassegnare le dimissioni, in quanto il rapporto cessa automaticamente, salvo proroga o rinnovo. Sul punto, allora, un interrogativo sorge spontaneo: si può interrompere il periodo di comporto? Pensiamo, ad esempio, a tutti quei casi in cui l’azienda occupi pochissimi dipendenti (5-6 lavoratori) e l’assenza protratta di uno di loro comporti un grave danno alla produzione aziendale. Questo comporta, di fatto, l’impossibilità di dimettersi con effetto immediato durante la malattia, a meno che non si corrisponda al datore l’indennità per mancato preavviso. n. 1341 del 19.01.2015; Trib. Le dimissioni sono un atto unilaterale (che quindi non necessita che il datore di lavoro sia consenziente) del lavoratore con il quale questi comunica al datore di lavoro che non intende proseguire il rapporto di lavoro. Il dipendente “malaticcio” risulta essere inefficiente e, quindi, anche inutile all’azienda. Il dipendente potrà legittimamente essere licenziato per scarso rendimento se raggiunge risultati inferiori rispetto alla media delle prestazioni rese dai lavoratori con la stessa qualifica e le stesse mansioni, indipendentemente dagli obiettivi minimi fissati. 23 Gennaio 2020 | Autore: Noemi Secci. Il datore, quindi, non può limitarsi a provare il mancato raggiungimento del risultato atteso, ma dovrà dimostrare la sussistenza di un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del lavoratore. licenziamento per giustificato motivo oggettivo (crisi o ristrutturazione aziendale); licenziamento disciplinare (giusta causa o giustificato motivo soggettivo, a seconda che il comportamento sia gravissimo e non consenta il preavviso, oppure sia meno grave e viene concesso il preavviso). Ebbene, a rispondere è stata la Corte di Cassazione con una recentissima sentenza [2]. La richiesta deve essere scritta, indicare il momento dal quale si intende convertire l’assenza per malattia in assenza per ferie ed essere tempestivamente presentata al datore di lavoro prima che il periodo di comporto sia definitivamente scaduto e il datore di lavoro abbia diritto di recedere dal rapporto. In ogni caso, il dipendente può concludere un accordo più favorevole col datore di lavoro, che potrebbe anche rinunciare al preavviso, consentendo così al lavoratore di rassegnare le dimissioni immediate durante la malattia. Classificazione. Ed infatti, solo in due casi si può licenziare il dipendente per malattia: La prima causa, detta «superamento del comporto», trova nella legge una previsione espressa; la seconda, invece, è frutto della recente interpretazione dei giudici. Per presentare la lettera, devo attendere per forza il termine della malattia e quindi presentare in questo caso giorno 1 novembre la lettera di dimissioni, oppure posso dare la lettera anche oggi o domani, specificando che le mie dimissioni partono da giorno 1 novembre, quindi dopo che la malattia termina? Un comportamento che, se non episodico e valutabile per un apprezzabile periodo di tempo, può rendere legittimo il licenziamento. La questione dello scarso rendimento ha trovato applicazione anche nel caso di assenze reiterate del lavoratore. In assenza quindi di una espressa richiesta da parte di quest’ultimo non spetta all’azienda, alla scadenza del comporto, considerare gli ulteriori giorni di assenza come periodo di ferie maturate e non ancora godute. L’unico caso in cui al dipendente viene consentito di superare il periodo di comporto è quando la malattia si è verificata a causa del datore di lavoro per non aver questi garantito un ambiente salubre e privo di rischi (infortunio sul lavoro, mancata predisposizione delle misure di sicurezza, ma anche uno scivolone dalle scale, un infarto a causa di una condotta mobbizzante, ecc.). "La Legge per Tutti" è una testata giornalistica fondata dall'avv. Infatti, se sono individuabili dei parametri per accertare che la prestazione del lavoratore sia eseguita con diligenza e professionalità medie, il discostamento da questi parametri può costituire segno o indice di non esatta esecuzione della prestazione. Le 3 bucce di banana da schivare (3): il preavviso lavorato, la consegna a mano della lettera e la malattia della colf o badante . Innanzitutto, è bene conoscere nel dettaglio le tutele riservate al dipendente in malattia. sent. Come anticipato, l’azienda deve conservare il posto di lavoro del dipendente in malattia, nei limiti di un periodo stabilito dalla legge, dai contratti collettivi o, in mancanza, dagli usi. In realtà, se questa affermazione poteva essere vera fino a qualche anno fa, ormai i tempi sono profondamente cambiati. Ci sono tuttavia delle eccezioni, vediamo quali. Attenzione: è sempre il datore di lavoro che dovrà dimostrare l’inadempimento notevole degli obblighi assunti, vale a dire lo scarso rendimento. Se vuoi mi puoi scrivere, a volte parlare con una persona chwe ha avuto i tuoi stessi problemi e ne è uscito fa bene! [4] Cfr. Dipendente in malattia: cosa può fare e cosa non può fare. E anche se le dimissioni per malattie rientrano nelle dimissioni per giusta causa, e se bisogna dare il periodo di preavviso stabilito del contratto collettivo e infine se … Il preavviso non è dovuto, inoltre, se datore e lavoratore si accordano per la cessazione del rapporto, quindi in caso di risoluzione consensuale [3]. Milano, sent. n. 26676/2017. Oppure iscriviti alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornato. se quel lavoratore e' uno scansafatiche, o comunque uno che non si erge affatto sulla media, e ci aggiungi i 4 mesi di malattia e/o altro, allora qualsiasi datore di lavoro coglierebbe la … Il licenziamento conseguente, ascrivibile tra quelli per giustificato motivo soggettivo, è il risultato di un comportamento continuo e recidivo, più volte contestato. So di cosa si tratta, ci sono passata anch'io , perciò ti capisco. Ma se il dipendente vuole lasciare il posto di lavoro a causa della gravità della patologia, può farlo? sent. In altre parole, ti stai domandando «sono in malattia: posso licenziarmi»? L’azienda deve conservare il posto di lavoro del dipendente in malattia, nei limiti di un determinato periodo di tempo (cosiddetto «comporto»). n. 6053/1981. In linea di principio, dunque, la legge vieta il licenziamento del dipendente in malattia. Monica M. 1 decennio fa. Insomma, anche se il lavoratore non ha ancora esaurito tutti i giorni di malattia consentitigli dal suo Ccnl a titolo di comporto, può ugualmente essere mandato a casa qualora la sua attività integri uno scarso rendimento. Permettimi di raccontarti che cosa è successo, la scorsa settimana, ad un mio cliente. superamento del periodo massimo di assenza (. Se, dunque, il lavoratore vuole dimettersi in malattia, senza dover essere obbligato a corrispondere l’indennità di mancato preavviso al datore, deve: In altre parole, il lavoratore non è obbligato ad attendere la data di guarigione per dimettersi, in quanto la sospensione del preavviso cessa al terminare del periodo di comporto. Il datore di lavoro può licenziare legittimamente il dipendente che si trovi in malattia solamente nei casi di grave pregiudizio per l’azienda. Buon andamento che si fonda essenzialmente su due pilastri: l’efficienza e la redditività. Quello che vi chiedo e' : 1) quanti giorni di preavviso gli devo dare ?? L’assenza per malattia non può protrarsi all’infinito, ma per un periodo di tempo massimo che di norma è stabilito dai contratti collettivi. L’indennità spetta sino a un periodo massimo (per approfondire: Calcolo indennità di malattia). Posso licenziarmi se sono in malattia. Il lavoratore assente a causa di una patologia è libero di rassegnare le dimissioni, oppure deve attendere la guarigione o la fine del periodo di comporto? Ma come mai? Peraltro, durante la malattia è sospeso non solo il periodo di preavviso per licenziamento, ma anche il preavviso per dimissioni. Quanto esposto vale anche per il lavoratore? Il lavoratore che vuole evitare il licenziamento per troppe assenze a causa di malattia, dunque, può chiedere di usare i giorni di ferie già maturate. Il dipendente ha la possibilità di rassegnare le dimissioni durante un periodo di assenza per malattia, oppure deve attendere la guarigione? Se è vero che la legge vieta di licenziare il dipendente in malattia è anche vero che questa malattia non può durare in eterno. I giorni di malattia, di cui stò usufruendo, mi sono stati certificati, dalla locale e competente Commissione Medica Ospedaliera dell'Ospedale Militare di Chieti. La malattia, ad ogni modo, sospende il preavviso nei limiti del periodo di comporto. Ci deve essere, sul punto, una specifica richiesta del dipendente. A questo proposito, bisogna osservare che la malattia non integra una giusta causa di dimissioni, per quanto la patologia possa essere grave. In questo caso il decorso del periodo di comporto si interrompe e il dipendente può evitare il licenziamento sfruttando i giorni delle ferie per l’ulteriore convalescenza ed evitando, inoltre, di perdere il posto di lavoro. Quindi mi posso licenziare se non mi trovo bene? manumanf 24 aprile 2008 alle 15:25 Ultima risposta: 24 aprile 2008 alle 16:00 Se sono in malattia posso uscire? Superato tale termine (chiamato comporto) è possibile il licenziamento. Sia la proroga che il rinnovo devono essere firmati dal lavoratore: senza il consenso del dipendente, il datore non può spostare il termine del contratto. La pigrizia, la lentezza e la poca produttività del dipendente, inoltre, non devono essere episodiche, ma durevoli e valutabili per un apprezzabile periodo di tempo [5]. Di nuovo. Ed infatti, complice la crisi economica e la modernizzazione del mondo del lavoro, anche la giurisprudenza ha rivisto le proprie posizioni di ferrea difesa nei confronti dei dipendenti, e ciò anche per restituire competitività alle nostre aziende, tagliate spesso fuori dal mercato internazionale. Le domande frequenti sono: se ci si può licenziare durante il periodo di malattia o attendere il rientro in azienda e poi rassegnare le dimissioni. Stampa 1/2016. Concludendo, ci dobbiamo ricordare che lavorare è utile per la gratificazione sia economica che personale, e sicuramente a volte non è facile fronteggiare alcune situazioni che si vengono a creare, ma prima di gettare la spugna e …
Frasi Sul Nome Anna, Frequenza Canale 20 Milano, Vendita Animali Online, Rottami Aerei Vendita, Esercizi Past Perfect Continuous, 11 22 Angeli, Via Bergognone 30 Milano Telefono, Palermo Calcio 2004,
Commenti recenti